SISMOLOGIA

La seconda metà del secolo scorso rappresenta il periodo in cui la sismologia muove i passi più significativi verso la legittimazione della propria identità di vera e propria disciplina; la costruzione del sismografo Palmieri nel 1856 e lo studio del Mallet (1862) sul terremoto napoletano del 1857 possono essere considerati due tra gli eventi più rilevanti in tale direzione.

L’attuale stato delle conoscenze non permette di valutare se una lettera in cui Guidi informa Serpieri di "due piccolissime scosse" avvertite l’11.2.1954 sia da intendersi come spia di una regolare annotazione di eventi sismici curata dal professore pesarese già negli anni ‘50 in ambito privato.

Alla nascita del Valerio, i tempi non risultano però maturi perché gli studi geodinamici vengano considerati tra gli interessi primari dell’istituto pesarese. Anche se alla sua fondazione l’osservatorio è dotato di un pendolo Cavalleri, l’attenzione per i fenomeni endogeni sembra affermarsi soltanto negli anni ‘70. In questo periodo rileviamo infatti l’annotazione di eventi sismici sui registri meteorologici e l’avvio di contatti da parte di Guidi con alcuni pionieri della sismologia.

Il fondatore del Valerio diventa corrispondente del Bullettino del Vulcanismo Italiano, diretto dal De Rossi, e, tra il 1873 e il 1875, intesse un rapporto epistolare con Timoteo Bertelli che lo porterà a dotarsi nel gennaio 1876 del tromometro omonimo. Con questo strumento, deputato non tanto al rilevamento dei terremoti, quanto a quello di piccoli e lenti movimenti del suolo, si avvia una serie costante di osservazioni che durerà fino al 1938. I dati, rilevati sei volte al giorno, vengono inviati con apposite cartoline all’Osservatorio Centrale Geodinamico di Roma e per un certo periodo pubblicati sul bollettino della Società Meteorologica Italiana.

Nell'Osservatorio  sono presenti i registri per il periodo 1888-1938; i dati relativi alle annate precedenti sembra siano stati ceduti dal Calvori al De Rossi.

 

 

Schema di tromometro

Rare tracce rimangono invece delle attività svolte con tutta una serie di strumenti sismici acquisiti perlopiù posteriormente all’installazione dei tromometri (vedi sezione "Censimento del Patrimonio - Sismologia"). Ciò è dovuto a motivi di vario ordine. In primo luogo la dotazione strumentale permetteva di rilevare perlopiù parametri scarsamente descrittivi o "misurativi" del fenomeno come l’ora della scossa (grazie al sismoscopio Brassart) o tracce generiche prodotte da alcuni pendoli. Inoltre, alcune apparecchiature, come il microsismografo De Rossi, non furono mai messe in attività oppure furono ritenute poco attendibili (il microsismografo De Rossi è andato quasi totalmente perso; alcuni pendoli presenti nell’osservatorio provengono probabilmente dalla riconversione di una sua componente).

Nel 1888 il Valerio viene inserito nella rete nazionale di rilevamento sismico gestita dall’UCMG. A questo ente vengono inviate le cartoline macrosismiche con la descrizione degli effetti prodotti in loco dai terremoti.

Qualche anno più tardi (1895), Calvori produce una Statistica dei terremoti avvenuti in Pesaro dall’origine fino al 1894 che nel 1904 allegherà nella sua Monografia. Questo documento risulta purtroppo disperso.

Sintetizzando i primi 70 anni di attività in campo geodinamico, si rileva quindi una partenza "pionieristica" della struttura (direzione Guidi) e una successiva stabilizzazione di profilo medio-basso che ha impedito un vero inserimento in ambito nazionale. Ad esclusione dei dati inviati con le cartoline macrosismiche, nelle sedi di pubblicazione sismologica, come ad esempio i Bollettini dell’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica, non risultano infatti  menzionate particolari attività dell’Osservatorio né riportati lavori del Calvori. Neanche la crisi sismica del 1916 sembra aver attivato la struttura in termini di ricerca o rilevamento.

A questo stato di cose avrà certamente contribuito "l’impossibilità di provvedersi di nuovi e più perfezionati apparecchi, specialmente sismici" lamentata dal Calvori (Alippi 1931a).

Dopo il fallito tentativo di Pampana di acquistare nel 1934 un sismografo Agamennone, si deve attendere il 1935 prima di vedere soddisfatta l’esigenza di una strumentazione adeguata. E' in quest'anno che Alippi acquista dal direttore dell’Osservatorio Ximeniano, Padre Alfani, un sismografo Vicentini usato. Ciò porta tra l’altro a cambiare l’indicazione dell’Osservatorio da Meteorologico-Magnetico a Meteo-Sismico. 

Le attività di registrazione strumentale procedono regolarmente fino al 1942, anno in cui la situazione bellica consiglia di smontare l’apparecchiatura. 

In archivio sono presenti solo una quarantina di sismogrammi relativi al periodo 1935-1942. È probabile che l’economia dell’epoca abbia suggerito il riciclaggio della carta per le registrazioni ritenute poco significative.

Dopo la ricostruzione della parte bombardata dell’osservatorio (1947), i rilevamenti tardano a riprendere a causa della scarsa disponibilità finanziaria che non permette di acquistare la carta laccata e i pennini di vetro necessari alla registrazione. Nel 1952 i problemi di funzionamento del Vicentini e il crescere del traffico nelle strade vicine all’osservatorio inducono Alippi a consultare Caloi (direttore dell’Osservatorio Geofisico di Trieste) per l’acquisto di nuova strumentazione. L’operazione non va in porto e negli anni ‘60 le registrazioni vengono bloccate definitivamente a causa delle cattive condizioni strutturali del Valerio che consigliano Procacci di smontare il sismografo. Nel 1965 un ulteriore tentativo di dotarsi di nuova strumentazione sismica viene frustrato dalla Giunta Provinciale Amministrativa che boccia la relativa delibera.

 

Nei quarant’anni successivi alla morte di Calvori, l’interesse dei vari direttori in sismologia risulta quindi limitato al settore strumentale e privo di ricadute sui principali palcoscenici della comunità scientifica (convegni, bollettini, pubblicazioni ecc.).

Unico episodio di un certo rilievo per questo periodo è costituito dalla produzione del citato opuscolo di storia sismica locale pubblicato da Procacci (1963?), sulla scorta dell’interesse suscitato dal terremoto del 23.1.1962. Non si è in grado di stabilire se Procacci si sia servito per questa pubblicazione del citato lavoro sui terremoti prodotto dal Calvori.

 

Negli anni ‘70 il Prof. Bedosti dà un nuovo impulso all’attenzione dell’osservatorio nei confronti della sismologia. In particolare egli si adopera per lo sviluppo del rilevamento strumentale.

Nel 1971 acquisisce dal Seminario di Fano il sismografo Agamennone che riattiva l’anno seguente insieme al Vicentini. Nel 1973 esce il primo bollettino sismico dell’osservatorio in cui trovano sede anche dati macrosismici raccolti probabilmente tramite un questionario e delle cartoline messe a punto nel 1971 dallo stesso Bedosti.

La gestione del Vicentini si rivela subito difficile per problemi di varia natura: difficoltà di taratura, imprecisione dei tempi rilevati, scorretto posizionamento delle sue componenti, rumore di fondo dovuto al traffico. La sua riattivazione risulta quindi di limitato valore scientifico. È forse per questo motivo che, nonostante le registrazioni siano state continue fino al 1977, la pubblicazione del Bollettino Sismico riprende solo nel 1976 contestualmente all’acquisto di nuova strumentazione.

In quest’anno viene inaugurata nei locali del nuovo seminario di Muraglia la stazione sismometrica PRO, formata da una terna Geotech acquistata con il contributo della Cassa di Risparmio di Pesaro, dell’Amministrazione Provinciale di Pesaro e Urbino e del Comune di Pesaro. A questa si aggiungerà nel novembre 1983 la stazione MF1 con sede sul Monte Poggio nei pressi di Villagrande di Montecopiolo. MF1 ha però vita breve essendo disattivata nel marzo 1985 a causa di un guasto mai più riparato al trasmettitore.

Al disimpegno delle attività sismometriche di routine contribuiscono un sacerdote del seminario, Don Cermatori, tra il 1976 e il 1988 e il figlio del Prof. Bedosti, Francesco, tra il 1988 e il 1991.

Nel maggio 1993 la stazione sismometrica PRO viene disattivata in attesa delle risultanze dello studio prodotto dall'autore di questo sito.

Il Bollettino Sismico (Bedosti 1976-1990) rappresenta il prodotto principale della direzione Bedosti in ambito sismologico. Oltre alle perplessità suscitate da una veste editoriale scarna ed incompleta, questa pubblicazione porta a nutrire dubbi sulla credibilità dei suoi dati e quindi sul suo valore scientifico. Dall’analisi delle registrazioni è infatti possibile rilevare in più occasioni errori di interpretazione su vari parametri: distanza epicentrale, fase e persino tempi di arrivo. È probabilmente questa inattendibilità che, ormai da diversi anni, ha portato l’ING a non avvalersi dei dati dell’Osservatorio Valerio.

Oltre al bollettino strumentale, nel ventennio della sua direzione, Bedosti produce quattro lavori pubblicati localmente ed uno a livello nazionale. Nei primi l’autore riprende perlopiù quella che è possibile considerare una costante di riferimento e che già in qualche forma si rintraccia nei commenti dei bollettini sismici: il tentativo di individuare fattori che possano considerarsi elementi precursori o scatenanti del terremoto e che portino alla sua prevedibilità.

Di diverso respiro invece un lavoro pubblicato negli Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei; si tratta di un interessante censimento dei maremoti italiani prodotto in collaborazione con il Prof. M. Caputo del CNR.

Tra le varie attività nel settore geodinamico risultano anche alcune conferenze a carattere divulgativo. Oltre a quella già citata nella sezione "Astronomia" sul rapporto tra astronomia e terremoti, si conoscono i seguenti interventi pubblici del Prof. Bedosti:

- 26 ottobre 1972, Pesaro: La marea della litosfera anche in relazione a studi effettuati a Pesaro.

- 8 maggio 1973, Senigallia, Istituto Tecnico Corinaldesi: Gli epicentri costieri marchigiani nella geografia dei terremoti.

- 20 aprile 1977, Ancona, Istituto Tecnico Nautico: Geografia dei terremoti: interpretazione e possibilità di previsione.

- Novembre 1991, Pesaro, Scuola Media "L. Accio", Corso di aggiornamento per gli insegnanti: Terremoti e protezione civile.