LA DIREZIONE CALVORI (1883-1931)

Tra i vari problemi sollevati dalla morte del Guidi due assumono particolare rilevanza: il ruolo dell’Amministrazione Comunale e il sovvenzionamento dell’osservatorio. Fino a quel momento il Comune di Pesaro, pur essendo proprietario del Valerio, aveva avuto un ruolo soltanto nella fondazione della struttura; la successiva gestione era stata interamente a carico del Guidi il quale se ne era accollato anche l’onere finanziario.

Nuovo direttore viene nominato l’ingegner Pio Calvori (Senigallia, 1854 - Pesaro, 1931), un insegnante di Fisica presso il locale Istituto Tecnico che in passato aveva occasionalmente assistito Guidi in campo astronomico e meteorologico. 

Pio Calvori

Egli si adopera immediatamente per scongiurare la chiusura dell’osservatorio facendo giungere al Comune varie raccomandazioni da parte di alcune illustri figure scientifiche dell’epoca: De Rossi, Denza e Tacchini. Successivamente, seguendo i preziosi consigli di Tacchini, tesse una paziente opera per il reperimento di fondi da destinare alla realizzazione di un suo progetto di ristrutturazione (Calvori, 1885). Riesce ad ottenere £.1.340 dalla vendita di strumenti ritenuti superflui, £.1.500 da parte del Ministero della Pubblica Istruzione e uno stanziamento straordinario di £.1.500 da parte dell’UCMG. 

Nonostante ciò l’Amministrazione Comunale tarda ad avviare i lavori e provoca una sdegnata reazione del Calvori, seriamente preoccupato dalle condizioni generali dell’osservatorio che minaccia rovina in più punti.

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L'Osservatorio Valerio prima del 1885

Così scrive al sindaco il 2 ottobre 1884:

"... è pur necessario che io richiami la sua attenzione e spero così quella dell’intera giunta su questo povero Osservatorio che, convien pur confessarlo, viene affatto dimenticato o perlomeno lasciato come ultima cosa,...

Basta, non è possibile che questo Osservatorio rimanga più oltre nello stato attuale; non pel dicoro del Paese, non pel mio, né per quello della presente Giunta...".

L’attuazione del progetto decolla finalmente nel 1885; tra le cose più degne di nota spicca la costruzione di quel cupolo mobile in legno nella Sala dell’equatoriale cui il Guidi aveva dovuto rinunciare (cfr le due foto in questa pagina e vedi piantina seguente del cupolo a cura di Calvori).

Il Tacchini visita l’osservatorio il 31 ottobre a lavori ultimati e così testimonia la sua soddisfazione al sindaco di Pesaro:

"...Questo Osservatorio è certamente ora uno dei migliori del regno tanto per il servizio meteorologico, come per l’istruzione cui è destinato in dipendenza di codesto Istituto Tecnico. Non appena sarò in Roma sarà mia cura di renderne informato il Governo...".

 

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L'Osservatorio Valerio dopo la

ristrutturazione di Calvori (1885)

Date le premesse, da quel momento sembrerebbe legittimo attendersi per il Valerio un ruolo rilevante nel panorama scientifico. Sfortunatamente, il Calvori, che pur ha condotto una brillante operazione di ristrutturazione, vede frustrato qualsiasi ulteriore tentativo di reperire nuovi finanziamenti per lo sviluppo dell’osservatorio. Gli unici fondi disponibili sono quelli favoriti dall’UCMG che stanzia £.300 annue e che vincola il pagamento alla corresponsione di un pari importo da parte del Comune. Ridimensionata anche la funzione di coordinamento di una rete termo-udometrica provinciale, il cui numero di punti di rilevamento passa da 15 a 8 stazioni tra il 1884 e il 1904, ci si rassegna al ruolo di stazione locale con i seguenti compiti:

  1. Rilevamento meteorologico e invio dati all’UCMG, all’Associazione Meteorologica Italiana, ad alcuni osservatori Europei e al servizio meteorico agrario
  2. Osservazioni magnetiche
  3. Osservazioni tromometriche
  4. Osservazioni astronomiche
  5. Invio di cartoline macrosismiche all’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica
  6. Offerta occasionale di dati su richiesta
  7. Supporto didattico agli studenti del locale Istituto Tecnico

Rari gli eventi straordinari di questo periodo. Di qualche rilievo risultano soltanto:

Quest’ultimo incarico si rivela perlopiù onorifico, visto che la lettura del bollettino SMI non mostra alcun contributo scientifico o amministrativo alla vita dell’associazione da parte del direttore del Valerio.

Nel 1928 sul palcoscenico dell’osservatorio fa la sua prima comparsa Alessandro Procacci (Pesaro, 1904-1978), il quale coadiuva suo nonno, Pio Calvori, reso pressoché cieco dalla comparsa di cateratte.